L’Università di Udine sta conducendo una ricerca che mira a studiare la vitalità delle lingue minoritarie nella provincia di Udine. L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto «Il cambiamento linguistico indotto dal contatto: prospettive dalle lingue minoritarie nello spazio linguistico italiano», finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del programma Prin (Progetti di ricerca di interesse nazionale) e condotto dall’Ateneo friulano in collaborazione con le università di Milano, Chieti-Pescara e Sassari.
«Abbiamo predisposto dei questionari sulla vitalità delle varietà dialettali slovene – spiegano i responsabili dell’iniziativa, Francesco Costantini, Roberto Dapit e Jelena Živojinović –. I questionari includono la raccolta di valutazioni e opinioni sull’uso di tali varietà nelle aree in cui sono storicamente presenti; per tale ragione essi possono essere compilati non solo da parlanti di tali varietà, ma da chiunque risieda nella Val Canale, nella Val Resia, nelle Valli del Torre e nelle Valli del Natisone». L’appello dei ricercatori è dunque quello alla collaborazione, basterà compilare il questionario che richiede al massimo una quindicina di minuti. I dati raccolti verranno elaborati in forma anonima e non verranno trasmessi a persone non direttamente coinvolte nella ricerca.
«Il contatto linguistico – si legge nella presentazione del progetto – è un fenomeno pervasivo nelle lingue naturali e da molto tempo ha attratto l’attenzione nell’ambito degli studi sul linguaggio. È noto che alcuni fattori, sia strutturali che sociolinguistici, influenzano la possibilità di cambiamento linguistico indotto dal contatto; altri aspetti sono tuttavia ancora oggetto di dibattito: in particolare, nei contesti del “contatto intimo” tra lingue, il trasferimento di proprietà linguistiche può influenzare non solo il lessico, ma anche la fonologia e la morfosintattica». Ecco allora che le lingue minoritarie sono un ambito privilegiato per affrontare e studiare tali questioni.
Anna Piuzzi