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Cronaca

Crescono i reati a danno di minori

152 in Fvg, di cui 27 violenze sessuali. +6% dal 2020 al 2021. I dati resi noti da Terre des Hommes

 Il numero dei reati commessi in danno di minori in Italia nel 2021 (riferiti alle fattispecie esaminate ) segna uno sconfortante record, superando per la prima volta quota 6mila. Tra questi sono 152 quelli commessi in Friuli-Venezia Giulia, aumentati del 6% rispetto al 2020: di questi, 65 maltrattamenti (+23% dal 2020) e 27 violenze sessuali (erano 27 anche nel 2020, ma nel 2021 sono aumentate le violenze sessuali aggravate), queste ultime all’89% su bambine e ragazze (24).

A livello nazionale, lo sconfortante dato totale dei reati su minori è stato di 6.248, per il 64% ai danni di bambine e ragazze e alimentati dalla violenza sessuale, che registra anch’essa un record assoluto con 1.332 casi, di cui le giovani sono l’88% delle vittime. I dati, elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2022 in occasione della Giornata mondiale delle bambine (11 ottobre).

Il documento è stato presentato oggi nella sede del Coni a Roma per focalizzare l’attenzione sullo sport, che rappresenta allo stesso tempo un ambito da monitorare, un luogo decisivo nelle attività di prevenzione degli abusi e un importante strumento di empowerment femminile.

Guardando alle altre regioni italiane, la Lombardia si conferma come la regione con il maggior numero di crimini contro minori 1175 nel 2021 (almeno quelli emersi). A seguire nelle altre regioni italiane i reati sono stati 787 in Emilia-Romagna, 571 in Lazio, 564 in Sicilia, 488 in Veneto. E ancora 427 in Piemonte, 405 in Toscana, 359 in Campania, 253 in Puglia, 186 in Liguria, 170 in Calabria, 163 in Trentino-Alto Adige, 156 in Sardegna, 114 nelle Marche, 102 in Umbria, 99 in Abruzzo, 47 in Basilicata, 18 in Molise, 9 in Valle d’Aosta.

 Il 2021, secondo anno di pandemia da Covid-19, ha registrato un balzo drammatico dell’8% dei reati a danno di minori dal 2020 (5.789 casi) e dell’89% dal 2004 (3.311 casi). In tutti i reati a sfondo sessuale considerati, la prevalenza delle vittime è largamente di genere femminile. Fra questi le fattispecie che registrano la percentuale più alta di vittime bambine sono la violenza sessuale aggravata (aumentata in un anno del 41%) e violenza sessuale (rispettivamente 88% e 87%). Ed è così anche per gli atti sessuali con minorenne (83%) la detenzione di materiale pornografico (82%) la corruzione di minore (76%) la prostituzione minorile (67%) e per la pornografia minorile (69%).

I dati sono convergenti con quelli delle Nazioni unite, secondo cui una donna su tre nel mondo (736 milioni) ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita da un uomo, mentre 15 milioni di ragazze fra i 15 e 19 anni hanno subito rapporti sessuali contro la propria volontà dal partner. Cifre che, calcola l’Organizzazione mondiale della sanità, sono pressoché invariate da 10 anni.

Nei confronti dei minori aumentano anche i reati in ambito domestico, ossia i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che nel 2021 hanno colpito 2.501 giovani, al 54% di genere femminile. L’aumento dall’anno precedente è limitato al 5%, ma nel 2020 era stato toccato il record con 2.337 casi, mentre il dato dal 2004 è aumentato del 233%.

«Nel 2021 si assiste, per quasi tutti i reati analizzati, a un incremento dal 2020, anno tuttavia particolare perché segnato dalle restrizioni legate alla pandemia. Dai dati emerge un fenomeno non marginale e molto grave per le conseguenze sullo sviluppo psico-fisico delle vittime», ha dichiarato nel rapporto di Terre des Hommes Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Facendo riferimento alle «gravi conseguenze psicologiche protratte nel tempo», ha sottolineato inoltre «la necessità di prevenire e contrastare i reati, nonché dell’azione sinergica di tutti gli attori, istituzionali e non, a sostegno delle vittime».

Terre des Hommes esprime la speranza che gli aumenti rilevati siano il frutto dell’emersione di quello che Delfini chiama, giustamente, il “numero oscuro dei casi non denunciati”. Ciò in riferimento anche a una possibile maggior conoscenza della legge 69/2019, cosiddetta “Codice Rosso”, contro la violenza domestica e di genere e all’azione sul territorio delle Forze di polizia.

Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes: “È fondamentale lavorare sulla raccolta dati per far emergere gli episodi di violenza che rimangono ancora sommersi. Tuttavia, dobbiamo anche concentrare il nostro impegno su informazione e sensibilizzazione, perché, non dobbiamo dimenticarlo, le radici della violenza di genere rimangono soprattutto culturali. In questo Terre des Hommes c’è e ci sarà, in un lavoro di squadra con le Forze di polizia, il mondo della scuola e dello sport, con gli ospedali e un network sempre più ampio di associazioni e enti locali.”

Durante la presentazione del Dossier indifesa è stata annunciata la prima ricerca nazionale sull’incidenza dei reati su minori nello sport, promossa e ideata da ChangeTheGame, con la collaborazione di Terre des Hommes, e sostenuta da altri partner istituzionali ed enti da sempre impegnati sugli aspetti sociali dello sport come il Vero Volley e la Fondazione Candido Cannavò: La ricerca nasce dall’esigenza di accelerare l’introduzione di nuove regole e nuove politiche per la protezione dell’infanzia in ambito sportivo.

In parallelo, Terre des Hommes sta lavorando in partnership con Federugby per promuovere parità di genere, empowerment femminile ed eque opportunità: l’obiettivo è accrescere la consapevolezza del gender gap e ridurlo concretamente. Proprio in Italia, la nazionale femminile di rugby è più in alto della maschile nel ranking mondiale, mentre il 99% delle atlete si dice consapevole di pregiudizi e stereotipi e il 98% non fa differenza tra discipline considerate maschili o femminili. I dati sono emersi grazie a una ricerca condotta dalla federazione con Terre des Hommes, che ha intervistato oltre 60 atlete nella fascia 14-26 anni in 7 regioni italiane.

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