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Don Luigi Ciotti a Udine sabato 25 maggio

Quale deve essere l’impegno dei cristiani per la difesa del Creato e la tutela dei viventi? Don Luigi Ciotti, 78 anni, fondatore di Libera, prima ancora del Gruppo Abele (è stato la prima volta a Udine, in questa veste, nel 1974) sarà a Udine per spiegarlo sabato 25 maggio, alle 17.30, nella chiesa di San Domenico dove illustrerà i contenuti di “Laudato Sì” e “Laudate Deum” di Papa Francesco. L’abbiamo incontrato una settimana fa nel suo paese natale, a Pieve di Cadore.

Da tempo lei sostiene che la difesa del Creato è minacciata dalla grande criminalità. Anche in queste nostre terre?
«Più volte il procuratore antimafia Giovanni Melillo ha avvertito che la mafia è presente e radicata anche al nord, pure a nordest. In occasione dell’ultima denuncia, due settimane fa, ha aggiunto che gli strumenti per combatterla sono inadeguati o esistono soltanto sulla carta. E questo ci mette addosso una pesante inquietudine, soprattutto perché è certificato che sta aumentando la presenza criminale mafiosa nel nord e pure in questa terra meravigliosa. Se, come fa intendere il Procuratore, non siamo sufficientemente addestrati per affrontare il fenomeno, quali prospettive possiamo darci? La mafia già da tempo utilizza l’Intelligenza artificiale. Che sta diventando Intelligenza criminale».

Manca la vigilanza, non ci sono controlli adeguati?
«Per la verità, questi controlli già li fanno – Prefettura, organi dello Stato… – ma, appunto, non hanno strumenti sempre adeguati. Si tenga conto che la legalità mette radici solo in terre fertili di responsabilità e qui si sono date appuntamento associazioni di vario tipo, molto impegnate per i diritti, la tutela dell’ambiente, per porre domande, dubbi e interrogativi rispetto alla situazione e ai pericoli di forme di illegalità. Mi lasci dire che oggi tacere diventa una colpa e parlare è, al contrario, un obbligo civile. Lo definirei un atto d’amore».

Sono insufficienti anche le misure di prevenzione nazionali?
«Si sta facendo di tutto, a livello nazionale, per indebolire e depotenziare la prevenzione. Parlo, ad esempio, dell’ipocrisia del commissariamento delle opere, voluto solo per sfuggire ai controlli. Anche operando così la politica sta creando quell’abissale distacco con la gente e i suoi bisogni che riscontriamo ad ogni elezione».

Francesco Dal Mas

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