Lignano Pineta ospiterà l’8 ed il 9 marzo ed il successivo fine settimana la 39ª Festa delle cape. Gli organizzatori prevedono il sold out per cui avvertono che il prodotto potrebbe esaurirsi anzitempo. La festa è nata nel lontano ‘84 per iniziativa di alcuni pescatori locali di professione, dopo qualche anno è subentrata l’Associazione di Lignano Aps “Al mare”. Tutti gli incassi e il ricavato saranno devoluti in beneficenza, mentre tutto il personale locale viene dal volontariato. Negli anni sono state aiutate associazioni del territorio come Agmen, bambini in emergenza, Centro trapianti di organi. I classici piatti che saranno presenti nel menu sono: Peverasse (Vongole), Cappe lunghe (Cannolicchi), Sardelle alla griglia, impanate o in saor, calamari o seppioline; tutto pesce pescato nelle nostre zone.
Chi si prepara all’appuntamento è saggio che si chieda quali sono il presente ed il futuro di questo settore dell’economia friulana che è attraversato da diverse problematiche, a cominciare da quelle climatiche. Che si rivelano determinanti anche per questi risultati: i dati del settore ittico regionale mostrano un decremento della quantità di pescato in mare (-5,9%); crescita delle trote allevate (+7,7%), diminuzione dei mitili allevati (-37,9%) e delle vongole allevate (-77,6%). L’anno scorso la produzione di vongole in Italia ha registrato un calo del 70% per quelle veraci. Nell’Alto Mare Adriatico, dunque, la situazione è ancora più grave. E incerte sono le prospettive anche per il futuro: mentre la macchina governativa dei ristori ai consorzi danneggiati dal granchio blu si rimette in moto, il comparto della molluschicoltura lancia l’allarme: in gioco c’è la sopravvivenza di tutta la filiera. Già da dieci anni, nel litorale friulano, non si trovano più le vongole della specie “Chamelea gallina”.
Un approfondimento sul tema è pubblicato sulla Vita Cattolica del 5 marzo 2025