Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
Opinioni

Friuli, la sostenibilità di un territorio fragile

Bes. Una sigla sconosciuta ai più, citata raramente da giornali e televisioni. Eppure si tratta di un progetto che pone l’Italia all’avanguardia nel panorama internazionale in tema di sviluppo di indicatori sullo stato di salute di un Paese che vadano oltre il Pil. Con il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (appunto Bes) dal 2010 l’IstatT presenta ogni anno una fotografia di come si vive nei diversi territori italiani in un’ottica multidimensionale, secondo la quale il benessere delle persone non è solo economico, ma anche sociale e ambientale. Il Bes si basa, infatti, su 12 dimensioni (domini): salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività, qualità dei servizi.

Il quadro di sintesi dell’edizione 2023 del Bes, presentata dall’Istat lo scorso 17 aprile, indica come il benessere in Italia sia migliorato rispetto all’anno precedente per più della metà degli indicatori. L’analisi degli indicatori Bes per cui è disponibile il dettaglio regionale indica come il Friuli-Venezia Giulia si collochi tra le regioni del Nord-est che si caratterizzano per i maggiori livelli di benessere relativo (medioalto e alto). Nell’ultimo anno di riferimento dei dati la più alta disuguaglianza tra le regioni si osserva nei domini “Benessere economico” e “Paesaggio e patrimonio culturale”, seguiti da “Ambiente”. Nel primo dominio, le maggiori disuguaglianze territoriali sono rilevate dall’indicatore della “grande difficoltà di arrivare a fine mese” che vede un valore medio nazionale del 6,9% mentre nella nostra regione scende al 2,4%.

Nel dominio del “Paesaggio e patrimonio culturale” va ricordato il dato percentuale del 21,3% di persone che esprimono insoddisfazione per il paesaggio del luogo di vita, ritenendo di abitare in luoghi “affetti da evidente degrado”, valore che in Friuli-Venezia Giulia si riduce al 9,4%. Nel dominio ambientale va citata una situazione che, invece, ci allinea al resto del Paese. Si conferma, infatti, la tendenza generalizzata all’aumento delle temperature: tra il 2011 e il 2023 il numero di giorni ricadenti nei periodi di caldo intenso è quasi sempre maggiore a quello del periodo di riferimento 1981-2010; negli ultimi due anni, il fenomeno risulta molto più accentuato e nel 2023 il valore nazionale ha raggiunto 42 giorni di caldo intenso e quello regionale 43 giorni.

Un piccolo compendio dell’universo, questo Friuli-Venezia Giulia, in cui il benessere economico, sociale e ambientale sembra porci in una situazione tranquilla e serena. Eppure dobbiamo fare sempre i conti con la sua fragilità. La cura della casa comune per uno sviluppo integrale durevole deve metterci sempre in allerta. Si pensi, per fare un altro esempio, al problema del consumo di suolo. Nella nostra regione continua una perdita preoccupante, misurata dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) in un report del 2023 al di sopra della media nazionale. Siamo arrivati ad un 8% al 2022 e continuiamo a ridurre le superfici coltivabili con azioni spesso inconvertibili.

E viene in mente, ancora, l’attualità del dibattito divisivo e complesso, sia sul piano nazionale che di quello regionale, sulla questione dell’agrivoltaico. Da un lato la sacrosanta spinta alle fonti energetiche rinnovabili, che vedono un ruolo fondamentale negli impianti fotovoltaici, dall’altro la preoccupazione per una destinazione inusuale e impattante, che potrebbe essere irreversibile, del suolo coltivabile. Una ricorrente contrapposizione che potrebbe trovare una conciliazione in installazioni, possibilmente smantellabili a fine ciclo, che siano anche orientate a migliorare le condizioni per colture di pregio come quello ortofloricole.

La conclusione di questo breve percorso tra luci e ombre regionali deve però indicare un elemento costruttivo. E va ritrovato in un importante strumento che la nostra comunità ha a disposizione da più di un anno. Si tratta della Strategia regionale per lo Sviluppo sostenibile approvata dalla Giunta Regionale a febbraio 2023. È qui che dobbiamo attingere per orientare in modo trasversale le politiche, i progetti e i programmi verso un progresso che garantisca benessere all’attuale e alle future generazioni, come ci invita a fare il riformato art.9 della Costituzione.

Francesco Marangon, Università di Udine

Articoli correlati