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Friuli, nel 2019 +3,3% di stranieri

I dati di Caritas italiana e Migrantes. Il Friuli-V.G. è la 12ª regione in Italia per numero di stranieri: 110.193, pari al 9,1%. L’Italia è terza in Europa. In Italia diminuiscono gli ingressi per motivi di lavoro, aumentano quelli per motivi di asilo e protezione umanitaria

L’Italia con 5.255.503 cittadini stranieri regolarmente residenti nel proprio territorio (l’8,7% della popolazione residente in Italia), si colloca al terzo posto nell’Unione Europa, dopo Germania e Regno Unito, e seguita da Francia e Spagna per presenze di migranti. In Italia diminuiscono gli ingressi per motivi di lavoro, mentre aumentano quelli per motivi di asilo e protezione umanitaria. Lo rilevano Caritas Italiana e Migrantes nella 28esima edizione del “Rapporto Immigrazione”, presentato oggi a Roma, che quest’anno si ispira al messaggio del Papa per la 105esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ‘Non si tratta solo di migranti” e dedica quindi spazio anche alla società italiana. La popolazione straniera in Italia risiede prevalentemente nelle regioni del Nord (57,5%) e in quelle del Centro (25,4%), mentre nel Mezzogiorno (12,2%) e nelle Isole (4,9%) appare decisamente più contenuta, sebbene in crescita.

Le regioni nelle quali risiede il maggior numero di cittadini stranieri sono la Lombardia (1.181.772 cittadini stranieri residenti, pari all’11,7% della popolazione totale residente), il Lazio (683.409, 11,6%), l’Emilia-Romagna (547.537, 12,3%), il Veneto (501.085, 10,2%), il Piemonte (427.911, 9,8%).

Al Il Friuli si colloca al 12° posto con 110.193 stranieri, pari al 9,1%. In percentuale, invece, il Friuli si colloca al nono posto assieme al Trentino-Alto Adige. In Friuli gli stranieri maschi sono 53.2880, 56.913 le femmine. La crescita, rispetto al 2018 è del 3,3%. La provincia con più stranieri è Udine (40.303, 7,6% della popolazione), mentre quella con la più alta percentuale è Pordenone (10,5%, 32.755 stranieri). Seguono Trieste (22.783, 9,7%) e Gorizia (14.352, 10.3%).

Dal 2014, a livello italiano, la perdita di cittadini italiani risulta l’equivalente – viene sottolineato nel Rapporto – di una grande città come Palermo (677 mila persone): una perdita compensata, nello stesso periodo, dai nuovi cittadini per acquisizione di cittadinanza (oltre 638 mila) e dal contemporaneo aumento di oltre 241 mila unità di cittadini stranieri residenti. Pur tenendo conto della diminuzione della natalità straniera (-3,7% nel 2018), sempre più simile a quella della popolazione autoctona, perdura il contributo degli immigrati alla riproduzione demografica dell’Italia. Al 1° gennaio 2019 le comunità straniere più consistenti sono quella romena (1.206.938 persone, pari al 23% degli immigrati totali), quella albanese (441.027, 8,4% del totale) e quella marocchina (422.980, 8%).

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