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Regione

Fucilati di Cercivento, una legge che restituisca l’onore

I fatti ricordati da Zanin in Consiglio. Tondo: messaggio di pace contro l’insensatezza della guerra 

Ribellarsi a un ordine di attacco ritenuto inutile e “suicida” può tradursi, per un soldato, in una condanna per diserzione e grave insubordinazione ai superiori. E fu proprio questa circostanza, secondo autorevoli ricostruzioni storiche, la causa della cosiddetta decimazione di Cercivento, ossia la fucilazione, avvenuta il 1° luglio 1916 davanti al muro di cinta del cimitero del piccolo centro montano della Carnia, di quattro giovani militari del plotone composto da ottanta Alpini dell’8º Reggimento appartenenti alla 109ª Compagnia del Battaglione Monte Arvenis allora operante sul Monte Cellon, nei pressi del passo di Monte Croce Carnico. Alla pena capitale furono condannati il caporal maggiore Silvio Gaetano Ortis, 25 anni di Paluzza, il caporale Basilio Matiz, 22 anni di Timau, il caporale Giovan Battista Corradazzi 23 di Forni di Sopra e il soldato Angelo Massaro 22 di Maniago, mentre ad altri 29 alpini furono comminati 145 anni di carcere complessivi. Tutti accusati dal proprio Comandante di Compagnia, il capitano Armando Ciofi, e dal suo vice tenente Pietro Pasinetti, d’insubordinazione e ribellione. Condanne le cui motivazioni restano molto controverse e che ancora oggi fanno discutere.

Il tragico episodio dei “Fucilati di Cercivento”, che è già stato il soggetto di un docufilm, “Cercivento, una storia che va raccontata”, prodotto nel 2018 e sostenuto dalla Regione, è stato ricordato stamani in un incontro con la stampa a Udine dal presidente del Consiglio regionale Pier Mauro Zanin, insieme al deputato Renzo Tondo, alla deputata carnica Aurelia Bubisutti e a Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia. L’occasione per fare punto sul progetto di legge ordinaria 2809 per la restituzione dell’onore ai fucilati, denominato “Disposizioni per la riabilitazione storica, attraverso la restituzione dell’onore degli appartenenti alle Forze Armate italiane condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso della prima guerra mondiale”, presentato lo scorso 1° dicembre, e firmato dallo stesso Tondo e dagli altri parlamentari regionali del Centrodestra. “Una norma – ha detto Tondo – che è un messaggio di pace contro l’insensatezza della guerra: quei militari rifiutarono di eseguire un ordine perché era nefasto e ingiusto. Io spero che si possa arrivare al più presto a una legge che passi all’unanimità e come componente della Commissione difesa della Camera – ha concluso – farò tutto il possibile per accelerare l’iter”. 

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