“Apriamo a Gesù i pensieri, gli stati d’animo e i desideri che portiamo nel cuore in modo che egli possa versarvi una goccia di quell’amore che solo lui può donare”.
Cari Fratelli e Sorelle,
appena Maria Vergine partorì Gesù in una stalla di Betlemme, un angelo andò a cercare un gruppo di pastori per invitarli ad andare dal bambino che era nato perché era “il Salvatore”.
Il cuore di quegli uomini era stanco di sopportare un lavoro ingrato e indurito dai pregiudizi della gente contro di loro. Quando giunsero alla culla fatta di paglia, scoprirono che quel Neonato in braccio alla giovanissima mamma era lì per loro, li aspettava per versare nel loro animo, appesantito della vita, una goccia di amore limpido e gratuito che solo lui aveva perché usciva dal Cuore Dio. Quella goccia d’amore penetrò nelle loro fibre più intime e risvegliò una gioia intensa che corsero a diffondere in mezzo a tutti. Erano uomini trasformati. Era il miracolo del Natale!
Una piccola stilla di amore tenero e sincero può riaccendere la gioia nel cuore e il sorriso sul volto sia di un bambino che di un anziano. Può sciogliere e commuovere anche un animo ferito e indurito a causa delle battaglie della vita e delle mancanze di amore che ha subito e ha commesso.
Sotto la prova perdurate della pandemia anche noi, come i pastori, giungiamo a Natale con pensieri e stati d’animo appesantiti da paure ed incertezze. Nei cuori rischia di accumularsi un senso di stanchezza interiore, come nebbia silenziosa. Chi è stanco tende spontaneamente a chiudersi in se stesso, ad essere sempre contento e a reagire in modo irritato e accusatorio verso gli altri. Se ci lasciamo trascinare su questa strada il virus avrà ottenuto la sua vittoria spingendoci al ripiegamento su noi stessi e allontanandoci gli uni dagli altri.
È ben diversa la direzione che ci indica Gesù: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e vi darò ristoro” (Mt 11,28). I pastori e i poveri sono andati verso di lui e presso la sua culla di paglia hanno ritrovato luce e gioia nuova. Accodiamoci al corteo dei pastori lungo la strada che porta verso Gesù. Lo troviamo nelle nostre chiese, che in queste feste del Santo Natale restano aperte per offrire a tutti la possibilità di partecipare alla S. Messa e agli altri riti della nostra tradizione cristiana.
Apriamo a Gesù i pensieri, gli stati d’animo e i desideri che portiamo nel cuore in modo che egli possa versarvi una goccia di quell’amore che solo lui può donare. Questo è il vero “vaccino” che immunizza la nostra anima da tristezze e rassegnazioni e rinvigorisce in noi il desiderio di vivere e di amare.
Col cuore rinnovato potremo versare, a nostra volta, una goccia di amore e di gioia nei fratelli e nelle sorelle che ci stanno attorno; proprio come fecero i pastori tra gli abitanti di Betlemme. Grazie a noi, il “vaccino” dell’amore gratuito e delicato che Gesù ha portato sulla terra moltiplicherà il suo effetto. Entrerà in altri cuori e porterà sollievo alle loro sofferenze e solitudini.
Tra le persone da non dimenticare, raccomando i parenti e i conoscenti che il contagio del virus ci ha strappato, impedendoci anche di stare loro accanto nel momento della morte. Possiamo donare loro un prezioso atto d’amore che si chiama “preghiera di suffragio”. Noi li raccomandiamo alla misericordia di Dio ed essi ricambiano ricordandoci, a loro volta, davanti al Signore. Questo scambio reciproco di carità cristiana rende il nostro cuore più buono e pieno di speranza.
Cari fratelli e sorelle, auguro a tutti che si ripeta in il miracolo del Natale di cui goderono i pastori. Apriamo a Gesù i cuori che hanno bisogno del sorriso di tenerezza e di speranza suo e Maria, sua a nostra Madre. Attorno alla sua culla rinnoviamo tra noi un’alleanza di bontà e solidarietà reciproca. Questa è la nostra vittoria sugli effetti malefici della pandemia.
Buon Natale a tutti con la benedizione che viene dal Cielo.
+ Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo
Le Celebrazioni del tempo di Natale
Giovedì 24 dicembre mons. Mazzocato presiederà come di consueto i solenni pontificali in Cattedrale. La celebrazione eucaristica “in Nocte” è fissata alle 20, per consentire il rispetto del coprifuoco; l’indomani, venerdì 25 dicembre, la solenne S. Messa di Natale in Cattedrale, alle ore 10.30, e alle 17 l’Arcivescovo presiederà i Vespri (tutte le celebrazioni saranno trasmesse in diretta da Radio Spazio).
Con i sacerdoti anziani
La prima celebrazione eucaristica del S. Natale, mons. Mazzocato la vivrà, significativamente, con i sacerdoti accolti alla Fraternitas, giovedì 24 alle 16. «Sarà un poter tornare insieme dopo un tempo di grande sofferenza per i tanti sacerdoti che il Signore ha preso con sé – sottolinea lo stesso Arcivescovo –. Fortunatamente oggi gli ospiti sono tutti negativi», precisa. «Rinnovo l’invito a tutti a pregare per quanti ci hanno lasciato. Si tratta di grandi testimoni della tradizione sacerdotale in Friuli, credo che ricordarli e tenere la loro memoria possa essere d’aiuto per tutti».
Un messaggio ai detenuti
Non potendo quest’anno celebrare a Natale la S. Messa anche in carcere, mons. Mazzocato ha indirizzato un messaggio a ciascuno dei detenuti dei penitenziari di Udine e Tolmezzo; le parole di conforto e speranza del Pastore della Chiesa friulana avranno così modo di raggiungere ciascuno, ricordando che Gesù nasce in ogni luogo e prefigurando la visita in carcere che l’Arcivescovo si ripromette di recuperare non appena possibile.
1 gennaio, a Castelmonte
Nella memoria liturgica di Maria Santissima Madre di Dio, venerdì 1 gennaio l’Arcivescovo salirà a Castelmonte, dove presiederà la S. Messa, alle 11.30. In cattedrale a Udine, alle 19, sarà celebrato invece il solenne pontificale di inizio anno con le autorità. Mons. Mazzocato offrirà una copia del Messaggio del Papa per la Giornata per la pace.