Ottant’anni fa, nel pieno della Seconda guerra mondiale, la Carnia si organizzava in una delle “Zone libere” più vaste e importanti d’Italia. Per ricordare l’evento, sabato 14 settembre sarà ad Ampezzo – capitale della “Repubblica libera della Carnia” – il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il programma non è stato ancora reso noto – ancora non compare nell’agenda del Quirinale -, ma verosimilmente la prima carica dello Stato sarà in Carnia nel mattino di quel giorno. Sergio Mattarella ha dunque accolto l’invito dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi) nazionale, supportato dalla richiesta avanzata dalla Comunità di montagna della Carnia a nome dei 42 Comuni della Zona Libera.
Dopo la cerimonia di Ampezzo, il Presidente della Repubblica visiterà privatamente la mostra “Il Coraggio” allestita nella Casa delle esposizioni di Illegio, la ventesima kermesse artistica promossa annualmente dal Comitato di San Floriano.
La Repubblica libera della Carnia, due mesi di libertà nel cuore del dramma
La Repubblica libera della Carnia sorse il 1º agosto 1944, ma fu preceduta dalle convocazioni dei rappresentanti di ogni comune della Carnia i quali, al ritorno nei propri comuni, procedettero alla costituzione dei Comitati di Liberazione Nazionale comunali. L’11 agosto i tre comitati di vallata (Alto Tagliamento, Degano e But), che avevano partecipato alla costituzione della Zona Libera, diedero vita al CLN carnico. La Repubblica cessò di esistere l’8 ottobre dello stesso anno a causa della controffensiva messa in atto dai tedeschi con l’ausilio di truppe fasciste e cosacche.
L’esperienza carnica seguì di poche settimane la nascita della Repubblica partigiana dell’Ossola e, nonostante abbia avuto vita assai breve, fu la più ampia zona libera in tutto il Nord Italia. Si estendeva infatti per 2.580 km², comprendeva ben 40 comuni e contava oltre 80.000 abitanti; come capitale venne scelta proprio Ampezzo.
Tra gli esponenti di spicco di quella esperienza si ritrovano Mario Lizzero “Andrea”, commissario delle Brigate Garibaldi, don Aldo Moretti “Lino”, esponente della Osoppo e della Democrazia Cristiana, Gino Beltrame “Emilio”, del PCI, Nino Del Bianco “Celestino”, del Partito d’Azione, Manlio Gardi, del PLI ed esponenti locali, come i socialisti Giovanni Cleva e Dino Candotti, Luigi Nigris della DC, Umberto Passudetti del PLI, Romano Marchetti “Da Monte” dell’Osoppo.