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Commento al Vangelo

Il sepolcro vuoto

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Parola del Signore.

Commento al Vangelo del 31 marzo, Domenica della Pasqua di Resurrezione

A cura di don Nicola Zignin

don Nicola Zignin

La Grazia opera in noi quando è ancora buio, la Grazia opera in noi quando ancora non abbiamo compreso. L’amore di Dio ci precede, ci accompagna e ci aspetta. Siamo infinitamente avvolti dall’amore di Dio, prima di vederlo, prima di capirlo, prima di abbracciarlo. Questo è tutto quanto ci dice il Vangelo di oggi, la Resurrezione è già avvenuta, ma tutti e tre i personaggi del racconto devono ancora fare Pasqua. Il Signore, con pazienza e amore infinito li accompagnerà in questo cammino interiore ed esteriore.
Maria di Màgdala “si recò al sepolcro quando era ancora buio”, non era solo un buio esterno, era un buio del cuore. Il sole della Resurrezione era già sorto da un po’, ma il sole della fede di Maria doveva ancora sorgere, il cuore era ancora fissato nel buio dei fatti della passione e non si voleva smuovere da lì, serviva una sorta di shock.
La tomba vuota agita il cuore di Maria, la manda in confusione, fa saltare tutto lo schema che lei aveva in mente, fatto di corse quotidiane al cimitero a piangere il suo figlio e Maestro. Il buio sembra aumentare, Maria non ha neppure più un corpo da venerare e presa dal panico corre a dirlo a Pietro e all’altro discepolo: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto».
Scossi, Pietro e l’altro discepolo corrono a loro volta alla tomba, che trovano vuota ma in ordine. Un trafugamento di norma viene fatto nella confusione, qui invece c’è un inaspettato ordine: i teli posati, il sudario piegato a parte, ma non c’è un corpo. Colgono che c’è qualcosa fuori dall’ordinario, tuttavia non comprendono ancora le Scritture.
Quale il significato del buio di Maria? Quale il significato della non comprensione degli apostoli? Tutto sta nella conversione del cuore e della mente che Maria e gli apostoli sono accompagnati a fare. Come la tomba di Gesù si è svuotata del suo corpo, la mente e il cuore di Maria e dei discepoli devono svuotarsi del cadavere di Gesù, cioè della loro idea di Cristo, per accogliere la Realtà del Risorto.
C’è ancora un buio che aspetta luce nel nostro cuore, poiché la luce di Cristo che illumina è ancora ottenebrata dalla nostra idea di Lui, la nostra comprensione della Scrittura è filtrata dalla nostra idea di Dio che non ci mostra la realtà del Signore così com’è.
Quante Pasque ci vogliono per accogliere la luce di Cristo? Quante Pasque ci vogliono per comprendere la Scrittura? Sicuramente più di una! È un puzzle che si compone piano piano e il Signore ci accompagna in questo percorso interiore. A volte ci sembrerà che il buio aumenti, potrebbe prenderci anche il panico, ma in realtà Gesù sta solo facendo morire la nostra idea di Lui, per presentarsi a noi come Egli è: sempre qualcosa di più grande, più bello e più amorevole di quanto noi possiamo sperare.
Bisogna avere fede, speranza e pazienza nello scorgere questo volto senza mai avere paura, poiché l’amore di Dio ci precede, ci accompagna e ci aspetta.

don Nicola Zignin

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