Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
L'editoriale

L’editoriale della settimana

di Andrea Zannini

25 aprile tutto l’anno

Pubblicato su “la Vita Cattolica” nr. 16/2023

Del 25 aprile si torna a parlare ogni anno… solo il 25 aprile. Ma c’è qualcosa di questa data e di questa festa che dura, o dovrebbe durare, tutto l’anno: lo spirito del 25 aprile.

Come scrissero il presidente del Consiglio Alcide de Gasperi assieme a Umberto II, luogotenente, ancora per poco, del Regno d’Italia, istituendo nell’aprile 1946 una giornata di festa «a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano», il 25 aprile è prima di tutto una festa di Liberazione. Liberazione da un regime che aveva oppresso il nostro Paese per vent’anni e, in termini europei, da un progetto di conquista del nostro continente basato sul razzismo, lo sfruttamento degli esseri umani, l’eliminazione fisica dei più deboli e degli oppositori. Lo spirito del 25 aprile incarna il ripudio non solo di questo disegno egemonico, ma delle basi morali su cui esso era stato concepito e portato avanti dal 1922 in poi: l’idea della diseguaglianza degli esseri umani, l’esercizio arbitrario della violenza, la guerra come igiene del mondo.

Lo spirito del 25 aprile è ciò che ha permesso ai Paesi dell’Europa centrale e occidentale di voltare pagina, dopo secoli di scontri fratricidi. Da quella cesura, dalle macerie di un continente distrutto è nata l’idea di basare la convivenza su un nuovo orizzonte comune, il progetto integrazione europea. Lo spirito del 25 aprile dovrebbe ricordarci la radice del nostro (difficile) stare assieme nella casa comune europea: la consapevolezza che l’Europa unita è l’unica possibilità perché catastrofi come quelle della prima e della seconda guerra mondiale non si ripetano più.

Lo spirito del 25 aprile è un’idea inclusiva, pluralista, democratica della società e della convivenza. Come lo fu, con tutte le difficoltà del caso, la Resistenza. Una vera lotta di popolo nella quale combatterono assieme donne e uomini della matrice culturale più diversa, dal comunismo più radicale fino, all’estremo opposto, al conservatorismo monarchico. Seppur rappresentate in misura diversa, tutte queste differenti componenti parteciparono alla lotta di Liberazione e devono quindi avere oggi pari dignità nel celebrare quella che, assieme al 2 giugno, è la data di nascita della nostra Repubblica.

Infine, lo spirito del 25 aprile è l’idea che cittadinanza significa partecipazione attiva. Contro il qualunquismo di coloro che dissero e dicono che “tanto gli alleati ci avrebbero liberato comunque”, centinaia di migliaia di italiani, decine di migliaia di uomini e donne della nostra regione, ognuno con i propri mezzi, ognuno secondo la propria capacità, decisero di darsi da fare, senza attendere che qualcuno arrivasse a salvarci. Rischiando la propria vita crearono le condizioni per la liberazione totale del Paese e la nascita della democrazia repubblicana.

Lo spirito del 25 aprile è lo spirito dell’impegno, della fratellanza, della solidarietà e dell’idea di comunità.

Andrea Zannini

docente di Storia dell’Europa

(Università di Udine)

Nella foto: festeggiamenti per la Liberazione, che a Udine si tennero il 1.05.1945

Articoli correlati

Nonni, esempio d’amore

Sono cresciuta guardando i piccoli semi piantati nell’orto dalle mani premurose dei miei nonni diventare grandi piante di saporita e succosa frutta e verdura. Sono cresciuta tra i mille fili di cotone, di ogni colore e…

Giovani e passione educativa

Ogni generazione è frutto del suo contesto, oltre che della personale eredità biologica. Quello che è ormai noto a tutti è il rapido cambio culturale e sociale in atto. Lo sappiamo, anche se con fatica ce ne rendiamo conto e…