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L'editoriale

L’editoriale della settimana

di

don Antonio Bortuzzo

Resta con noi Signore!
Pubblicato su “la Vita Cattolica” nr. 46/2023

L’immagine del cammino, del viaggio, antica quant’è antico il vivere dell’uomo sulla terra, è usata da sempre per descrivere la vita dell’uomo. Prendo quest’immagine – che riprende anche il tema di questo nuovo anno di Seminario, «Resta con noi Signore» (Lc 24,29) – per parlare di un cammino tutto speciale che un gruppo di giovani sta facendo nella nostra regione. Alcuni lo vivono a Castellerio e vengono da Gorizia, da Trieste da Udine, e non solo. Altri provengono da terre lontane: Colombia, Ghana, Croazia, Nigeria e Togo. Sono detti seminaristi, studenti di Teologia, chierici, ecc. Ma cosa fanno a Castellerio o in altri luoghi dove i vescovi li hanno destinati? Pregano, studiano, vivono insieme, si formano a diventar preti. Questa formazione dedicata ai seminaristi ha una sua particolarità: bisogna imparare a camminare (vivere) lasciandosi guidare non dalle proprie idee, o da quelle che vanno di moda, ma dalla Parola di Dio e da ciò che la Chiesa insegna oggi, interpretando quella Parola. Fra le molte cose da imparare ce n’è una di cui poco si parla, non è di facile apprendimento, e sono piuttosto rari gli uomini e le donne che l’hanno appresa. La Bibbia nel capitolo 3 del primo libro di Samuele racconta una storia antica, che dice tutta la fatica che un giovane (ma anche un anziano) deve fare per capire Dio che parla. È una fatica molto simile a quella nell’apprendere una lingua straniera. Ricordo che una volta, quand’ero in Inghilterra a studiare quella lingua, un prof. mi disse: “devi amarla questa lingua, e anche la gente che la parla, oltre che la loro storia e la loro terra… allora imparerai!”. E dentro di me risuonava una domanda: “Come si fa ad amare gli inglesi?”. Lo imparai vivendo e faticando e non solo con gli inglesi. È vero: ci vuole tanta pazienza con sé stessi, tanta fiducia e apertura di cuore.

S’impara studiando. Ma non basta far raccolta di 30 agli esami poiché lo studio è ricerca appassionata della verità che non è mai semplice e facile da trovare, per noi umani. E lo studio non termina mai! S’impara leggendo la Sacra Scrittura. Imparandola anche a memoria se necessario, ma soprattutto cercando di viverla ogni giorno, facendo ogni giorno qualcosa che ho capito da Lei, fosse anche la più banale delle cose. Ma proprio perché mi sta a cuore si tratta di fare ciò che Lei mi ha suggerito. Ecco l’amore di cui parlava il professore di inglese! Ascoltare soprattutto la Parola di Dio proclamata nella liturgia della Chiesa, perché è stata scritta per essere proclamata all’assemblea dei credenti. S’impara servendo i fratelli per amore. Questo significa aiutarli lì dove nessuno vuol aiutarli, pulendo ciò che a nessuno va di pulire, donando ciò che tutti tengono gelosamente per sé. E infine, s’impara ricordando e riflettendo, condividendo e annunciando da fratelli, con semplicità e verità tutto ciò che si è imparato. Solo così, il Signore, in modo quasi impercettibile, si fa compagno di strada del seminarista, aiutandolo ad essere se stesso compagno di strada, fratello di altri fratelli. Per questo, una prima meta fondamentale è l’apprendimento dell’arte eucaristica, cioè del saper dire grazie, con tutto il cuore, al Signore Iddio, sempre, senza stancarsi mai, sia quando si soffre sia quando si gode. Questo del ringraziamento è la vera fonte di ogni bene poiché consente ad ogni egoismo di andarsene, muore l’orgoglio e l’invidia. E così comincia a sagomarsi il figlio di Dio, nato già nel battesimo, fino a diventare visibile l’uomo eucaristico che sa ringraziare Dio e i fratelli, e l’uomo sacerdotale che intercede per gli altri, in una fisionomia sempre più simile a quella di Gesù. Certo, per quest’impresa non bastano gli anni di Seminario: il Signore ci dona tutta la vita, tutto il tempo che ci occorre. È vero però che tutto il popolo cristiano desidera avere preti che siano uomini di Dio. Ecco allora l’invito a chiedere questa grazia non solo nella giornata del Seminario, ma nella preghiera quotidiana, affinché quei giovani che vengono formati oggi, siano in tutto e per tutto conformi al Pastore buono.

don Antonio Bortuzzo

direttore Spirituale del Seminario Interdiocesano S. Cromazio

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