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Cronaca

Migranti: polemica politica per l’hospot

Centinaia di persone hanno protestato a Jalmicco di fronte alla ex caserma Lago.

Non ci sono ancora certezze sul luogo scelto per costruire un hospot per migranti in Friuli Venezia Giulia e già si scatena la polemica politica. Domenica centinaia di persone si sono date appuntamento di fronte alla ex caserma Lago di Jalmicco, frazione di 700 abitanti di Palmanova. La protesta è stata innescata dalla voce che proprio l’ex struttura militare sarebbe stata selezionata per realizzare il nuovo centro di accoglienza dei tanti migranti che arrivano in Italia attraverso la rotta balcanica. Favorevole alla realizzazione dell’hotspot in Fvg è la Lega, che ribadisce attraverso le parole del capogruppo in Consiglio regionale, Antonio Calligaris, il suo “no al sistema dell’accoglienza diffusa” in Fvg, definita “un’esperienza fallimentare che ha già creato tanti problemi”. Il Carroccio chiede anche “un coinvolgimento da parte del commissario di Governo” e un intervento dell’esecutivo lo sollecita anche il capogruppo della lista Fedriga presidente, Mauro Di Bert, dopo “l’attenzione dimostrata dal ministro Luca Ciriani verso le esigenze” della regione. Chiede “un’ulteriore ed attenta analisi della location dove allestire” l’hospot, invece, Walter Rizzetto coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Friuli Venezia Giulia e Presidente della Commissione Lavoro della Camera. Parla di “soprusi da Governo e Regione” invece Franco Lenarduzzi, sindaco di Ruda (Udine) e coordinatore consulta Piccoli Comuni Anci Fvg, per il quale “la vicenda dell’hotspot di Jalmicco insegna che i cittadini possono contare e che gli Enti locali vanno rispettati. E rivela che su tutto le schermaglie di potere tra Lega e FdI pesano più dell’interesse delle comunità”.

Sul tema è intervenuto anche Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg. “La tematica è complessa e proprio per questo va affrontata con razionalità, trasparenza e ragionevolezza”, è il suo invito. Per Bullian, “spetta alle commissioni statali verificare l’ammissibilità della richiesta e certificare lo status di rifugiato e, attraverso le leggi ordinarie, va impostato il modello di accoglienza più confacente alla situazione”. Quanto all’accoglienza, la soluzione per Bullian va cercata non creando dei grandi centri ma puntando “all’accoglienza diffusa”, com’è già avvenuto nel caso di Turriaco dove “da fine 2016 in poi siamo arrivati a 5 appartamenti” a disposizione di una trentina di migranti. “Ci aspettiamo che le istituzioni – lo Stato, la Regione, i Comuni – sappiano formulare una proposta per affrontare assennatamente la questione, uscendo da schematismi sempre buoni per le campagne elettorali, ma meno funzionali per la gestione del fenomeno” conclude Bullian.

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