Lussari, perla del Friuli-Venezia Giulia, da seicento anni scrigno di fede e d’incanto per tre popoli – sloveni, austriaci e italiani – e di recente meta prediletta anche dai pellegrini, sempre più numerosi, che percorrono il Cammino Celeste. «In primavera ed in estate, più che in ogni altra stagione – conferma il rettore, padre Peter Lah – il borgo e il suo santuario diventano luogo privilegiato di spiritualità e pace. Quest’anno abbiamo registrato un aumento dei gruppi di pellegrini, e molti sono coloro che salgono qui sul Lussari percorrendo proprio il Cammino indicato dal simbolo del pesciolino azzurro, che parte da Aquileia e collega idealmente, da sud a nord, i santuari mariani della regione. «Quassù (1.789 metri di quota, ndr), sotto alla protezione di Maria, Regina della pace, si vive un’atmosfera speciale – sottolinea padre Lah, intervistato da Vita Cattolica e Radio Spazio –. Impossibile non rimanere rapiti dal silenzio e dalla meraviglia del Creato!».

Proprio al santuario della Madonna del Lussari, là dove si congiungono le Alpi Giulie e Carniche e le Caravanche, si arriva dunque con la tappa finale del Cammino Celeste (camminoceleste.eu), toccando, strada facendo, Cormons, Castelmonte, Cividale, le Valli del Natisone e Resia. Si cammina prevalentemente lungo strade sterrate, viottoli di campagna e sentieri di montagna. «L’affluenza, sebbene non massiccia, è continua», constata padre Lah, osservando che il Cammino, di anno in anno, è «sempre più conosciuto e anche meglio organizzato, pure dal punto di vista delle possibilità di alloggio». «È comunque un itinerario impegnativo – specifica –: si tratta di 8-10 giorni (circa duecento chilometri), con le montagne in mezzo… Non può essere definito un cammino “facile”, ma vedo che viene percorso, anche da non giovanissimi».
La vetta del Lussari, meta dell’ultima delle dieci tappe, si raggiunge percorrendo la severa salita del Sentiero del Pellegrino (mille metri di dislivello). Una volta in cima, «tutti, nessuno escluso, restano stupiti dalla bellezza del Creato. Ma a colpire, più di ogni altra cosa, è la ricchezza dell’esperienza interiore. «C’è qualcosa di profondamente religioso e anche di profondamente umano nel fare un percorso a piedi – osserva il Rettore –. Un cammino dà la possibilità di incontrare se stessi: nella natura, negli altri, in dialogo con Dio. Questa è l’esperienza che si portano dentro tutti, senza eccezioni, coloro con i quali ho parlato».
In Santuario ogni giorno vengono celebrate due Messe, alle 10 e alle 12; la domenica anche alle 16. Due (talvolta tre) i sacerdoti che si alternano nelle celebrazioni e nell’accoglienza ai pellegrini, aiutati da due suore e in alcuni periodi dell’anno da alcuni seminaristi. Ciliegina sulla torta: le celebrazioni sono sempre nelle tre lingue italiano, sloveno e tedesco. «È una scelta molto gradita dai pellegrini. Chi sale qui trova un ambiente di vera Pentecoste – conclude il rettore –: si parlano diverse lingue, ma si prega lo stesso Dio».
Valentina Zanella
Guide e credenziali
Anche negli uffici pastorali dell’Arcidiocesi, al secondo piano di via Treppo 3, a Udine, si possono trovare le credenziali del Cammino Celeste (e anche le guide del Cammino delle Pievi).