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Si parla friulano nel 44% delle famiglie. Il 50% è bilingue

Si è conclusa recentemente, proprio nella settimana in cui si celebra la Giornata internazionale della Lingua Madre, il 21 febbraio, l’elaborazione dei dati raccolti dalla “Fotografia linguistica” per l’anno scolastico 2023/2024. L’indagine, nata nel 2016 e curata dalla “Lavagne plurilengâl”, rete di istituzioni culturali e scolastiche di cui la Società Filologica Friulana è capofila, ha coinvolto le classi prime delle scuole friulane di secondo grado con l’obiettivo di favorire il plurilinguismo e valorizzare la diversità linguistica sul territorio regionale. Al progetto, realizzato in collaborazione con l’Università di Udine e con il sostegno dell’ARLeF, hanno preso parte 97 classi prime di 11 istituti superiori di Udine, Tolmezzo, Gemona, San Daniele, Latisana e Codroipo. Gli studenti che hanno partecipato sono stati 1825, 312 in più dell’anno precedente a conferma di un’adesione in costante ascesa.

L’iniziativa ha permesso di proporre un questionario anonimo online atto a individuare la ricchezza delle competenze linguistiche di base possedute dalle studentesse e dagli studenti. Ai partecipanti è stato richiesto di eseguire un’autovalutazione delle proprie conoscenze linguistiche, ma soprattutto di dichiarare, tra le lingue conosciute, quali fossero quelle utilizzate nella comunicazione in famiglia o con gli amici.

Come negli anni passati, l’analisi dei risultati ha offerto spunti decisamente interessanti sul plurilinguismo e sulla presenza del friulano nel repertorio delle lingue parlate dagli studenti. Consultando i dati salienti emersi dall’indagine, si nota infatti che il 42% delle famiglie risulta monolingue (dato in calo), mentre il 50% circa è bilingue. I nuclei in cui le lingue parlate sono invece tre o più rappresentano l’8% del totale, valore in crescita.

Si parla friulano nel 44% delle famiglie totali, dato in leggera flessione, mentre a Tolmezzo la percentuale sale fino a sfiorare il 70%, collocando il capoluogo carnico al primo posto di questa particolare classifica. Spostandoci a Udine la percentuale si avvicina al 40%, mentre Gemona, San Daniele e Codroipo registrano rispettivamente il 57, il 48 e il 45%. Chiude Latisana, dove la lingua friulana viene parlata nel 32% dei nuclei familiari. Rispetto all’anno precedente, la marilenghe è in crescita a Codroipo e a Latisana, mentre Gemona e San Daniele, con un -5%, evidenziano un saldo negativo. Stessa sorte per Udine, dove le ragioni di un -9% sono da ricercarsi anche in un contesto socio-culturale più variegato, sintomo di un territorio dove i flussi migratori contribuiscono a un incremento costante delle lingue presenti.

Si confermano inoltre alcune tendenze già rilevate in passato, con i padri (31%) più propensi delle madri (25%) a rivolgersi in friulano ai propri figli e questi ultimi a parlarlo maggiormente con i primi (24%) che con le seconde (21%). Anche questa dinamica denota una certa eterogeneità geografica, se a Tolmezzo infatti il 59% dei padri e il 51% delle madri utilizza il friulano con i figli, a Latisana i valori scendono al 20 e al 15%. Per quanto riguarda i nonni, custodi della trasmissione intergenerazionale, in media il 38% degli studenti afferma di parlare loro in friulano. Quando sono i primi invece a rivolgersi  ai nipoti, la percentuale sale al 53%.

E fra coetanei invece? Nel 20% dei casi la comunicazione fra amici avviene in lingua friulana, per scendere a percentuali che oscillano fra l’11% e il 13% quando si tratta dei compagni di classe.

Dal raffronto con gli anni precedenti ne esce dunque un quadro che restituisce una sostanziale tenuta del friulano, seppur insidiata da un lieve ma generalizzato arretramento. Alla luce di ciò, la “Fotografie linguistiche” continua a porsi quale mezzo di riflessione e di sensibilizzazione per un cambio di prospettiva che valorizzi, partendo dalla scuola, i benefici di un’educazione plurilingue, non solo in friulano, ma anche in sloveno e tedesco, le altre lingue minoritarie regionali, e in tutti gli altri idiomi che costituiscono il patrimonio identitario e culturale della comunità.

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