In Italia, il 9,8% della popolazione, circa un italiano su dieci, vive in condizioni di povertà assoluta. Le stime preliminari dell’Istat, riferite all’anno 2023, mostrano quanto la povertà sia un fenomeno strutturale del Paese. Per questo il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha affermato che «Lo stato di salute del Paese desta dunque particolare preoccupazione». Sono parole che il cardinale Zuppi ha pronunciato nella consueta prolusione di apertura dell’assemblea ordinaria della CEI, in corso a Roma fino a giovedì 23 maggio, con le quali ha ricordato con particolare sollecitudine «i Confratelli divenuti emeriti», tra i quali è stato nominato anche mons. Andrea Bruno Mazzocato. Ai lavori della CEI è presente anche mons. Riccardo Lamba.
I problemi? «Serve alzare lo sguardo con realismo e senza negatività»
Nelle sue parole, il Presidente dei Vescovi ha tracciato un quadro della presenza ecclesiale nella società italiana all’indomani della conclusione delle visite ad limina dei Vescovi dal Papa. Visite che, nelle parole di Zuppi, «Sono state occasioni per ravvivare la nostra comunione e, per Francesco, di partecipare alla nostra missione». La visita dal Santo Padre non è stato l’unico appuntamento ecclesiale di rilievo della Chiesa italiana, impegnata anche nel cammino sinodale. «Le sintesi raccolte dalle Chiese locali sono la testimonianza di una vivacità che si esprime nel cammino, nello stare insieme e nel vivere la comunità in modo aperto», ha affermato il Presidente dei Vescovi. «Con questa consapevolezza, ora, vivremo l’ultima tappa del cammino sinodale, dedicata alla profezia. I profeti vivono nel tempo, leggendolo con attenzione. Cerchiamo dunque di tradurre in scelte e decisioni evangeliche quanto raccolto in questi anni».
«Bisogna alzare lo sguardo», ha affermato ancora Zuppi. «Soprattutto è giusto e importante parlare dei problemi con realismo, senza negatività, sempre pieni dello Spirito che libera dalla paura e dalla tentazione di fidarsi più di se stessi che della grazia».
Superare «L’onnipotenza dell’individualismo»
Nella sua prolusione, Zuppi ha colto uno sguardo che dal nostro paese si propaga al resto del mondo, influenzando la cultura e i sentori della società. Questo tempo «È una Babele segnata da tanta sofferenza», per via delle «ombre di guerre che non si fermano e paralizzano nella paura». Ma come si vive in una condizione come questa? Per Zuppi si tratta di «sapere guardare “in alto”, unica condizione per vedere lontano, per non restare prigionieri dei labirinti dell’individualismo, dove risuonano voci vuote e mancano una direzione e la speranza. Di fatto, l’onnipotenza dell’individualismo produce solo fragilità e chiusure, rivelando quanto abbiamo bisogno del “noi” e di quel Tu che è Dio».
In un’assemblea vissuta pochi giorni dopo la Pentecoste, lo scenario di Babele viene scongiurato «Se siamo pieni dello Spirito che rende familiari, tesse la comunione tra diversi, getta ponti e consente di superare i muri che dividono. Lo Spirito del Risorto – ha proseguito il Cardinale Presidente – permette di parlare davvero a tutti. Quando la Chiesa si ripiega su se stessa è probabile che non stia facendo agire lo Spirito. Quando invece è ripiena di Spirito sa dire una parola concreta di salvezza alle persone».
L’Italia «sia accogliente»
Lo sguardo spazia sull’orizzonte tra cielo e terra. Anzi, tra cielo e mare. Il pensiero di Zuppi va all’Europa e al Mediterraneo, da sempre sua “frontiera di incontro”. «Siamo accoglienti!», il suo monito. «L’Italia, con il contributo prezioso di tanti laici e tante laiche, ha offerto doni di fede e umanità all’Europa e al mondo. Continuiamo a tenere vivi questi doni, in virtù del radicamento dell’Italia nella comunità dei popoli europei e della sua posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, tra Est e Ovest, tra Sud e Nord del mondo. Sogniamo un’Italia che non rinunci al suo contributo originale di umanità vivificata dalla fede a favore di tutto il mondo».
In vista della Settimana sociale di Trieste
A proposito di frontiere, Trieste sarà teatro della 50ª edizione delle Settimane Sociali dei Cattolici, appuntamento a cui da diversi mesi guarda la Chiesa italiana. Dal 3 al 7 luglio nel capoluogo giuliano sono attesi circa 700 delegati da tutta Italia, in un evento che sarà aperto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sarà concluso da Papa Francesco. «Sarà per noi una occasione preziosa per favorire le dinamiche partecipative in particolare dei giovani, perché si sentano parte di un sogno e di un progetto comune», ha affermato a riguardo il card. Zuppi.
Cultura. Nella Chiesa serve «fantasia creativa»
Al fine di «Non perdere vitalità e capacità comunicativa», il Presidente dei Vescovi esorta la Chiesa a «fare i conti con la cultura nel suo insieme, prendendo in considerazione tanto le élite intellettuali laiche che la dominante cultura di massa». Nonostante l’originalità e la determinazione di Papa Francesco, «dobbiamo chiederci – ha ammesso Zuppi – se non pecchiamo di “timidezza” e di mancanza di “fantasia creativa” in ambito culturale. La Chiesa deve aiutare la discussione critica delle ideologie, dei miti, degli stili di vita, dell’etica e dell’estetica dominanti. Se è vero che la Chiesa ha bisogno di cultura, aggiungerei che è anche la cultura ad avere bisogno del punto di vista cristiano».