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Economia

Occupazione in ripresa, ma crescono anche i contratti a termine

Nel 2018 511 mila occupati, 5.600 in più dell’anno precedente. Ma sono aumentati i contratti a termine, 10 mila in più, passando da 61 mila a 72 mila

Cresce il lavoro in Fvg ma peggiorano le condizioni. E’ quanto emerso oggi dai dati diffusi oggi dalla Cgil regionale che evidenziano per il 2018 un incremento dell’occupazione pari a 511mila unità, facendo registrare un saldo positivo di circa 5.600 posti di lavoro rispetto al 2017. Se lo scorso anno il tasso di disoccupazione si è ridotto, attestandosi al 6,7% – fa sapere l’organizzazione sindacale – aumentano i contratti a termine, cresciuti in un solo anno di quasi 10 mila unità, passando così dai 61mila registrati nel 2017 ai 72mila del 2018. A registrare un segno più sono anche i contratti part-time, a scapito di quelli a tempo pieno. Frutto, spiega la Cgil Fvg, di una riduzione forzata degli orari e quindi delle retribuzioni. Su una platea totale di 403mila lavoratori dipendenti, emerge dall’analisi, il part-time riguarda ormai il 21,8% dei posti, più di 1 su 5, e i contratti a termine il 17,8%, più di uno su 6. Nel confronto con il 2008 il ricorso a questo tipo di contratti rispetto alla platea complessiva dei lavoratori dipendenti è cresciuto rispettivamente del 30% (part-time) e del 40% (contratti a termine). “Sbaglieremmo – commenta il segretario regionale Cgil, Villiam Pezzetta – a non saper leggere questi dati anche dal punto di vista qualitativo: se un recupero occupazionale c’è, infatti, esso è accompagnato da un tendenziale peggioramento delle condizioni di lavoro. Ce lo dice l’aumento dei contratti a termine”. Tra le “dinamiche positive – invece – c’è sicuramente un forte aumento dell’occupazione femminile, che si attesta su valori sensibilmente più alti perfino a quelli del 2008, mentre è calata fortemente quella maschile, segno di una contrazione che ha riguardato soprattutto l’industria”. Lo scorso anno, infine, a registrare un aumento è stata anche l’occupazione giovanile attestatasi a quota 105.500. “Restano però pur sempre 46.500 in meno rispetto al 2008, a conferma di un generale, forte invecchiamento complessivo del nostro mercato del lavoro”, conclude Pezzetta. 

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