Quando è arrivata a Udine da Torino, 26 anni fa, per seguire il marito trasferitosi per lavoro, ha sperimentato cosa volesse dire vivere lo spaesamento di trovarsi in una città che non conosceva, con due bambini piccolissimi. «Ricordo che feci amicizia prima con delle donne straniere, perché condividevano alcune delle mie difficoltà, compresa quella di non capire talvolta la lingua: il friulano! (sorride)». Ora i figli sono grandi (hanno 29 e 28 anni) e Raffaella Vognolo, avendo del tempo libero, ha scelto di dedicarlo proprio alle donne in attesa o alle neomamme in difficoltà. Due mattine a settimana le accoglie al Centro di aiuto alla vita di via Ellero dove presta servizio da 8 anni. Un’esperienza «che dà senso alle mie giornate» ci ha raccontato. Anche Agnese Sinicco, 23 anni di Premariacco, ha vissuto un’esperienza intensa al Cav di Udine. Abbiamo pubblicato le loro testimonianze sulla Vita Cattolica del 29 gennaio 2025.
Raffaella: «Ho provato cosa significhi sentirsi spaesata, ora aiuto le altre donne»

«Credo che per le donne che si rivolgono al Cav la cosa più importante sia il fatto di sapere che non sono sole – racconta Raffaella –, avere un punto di riferimento, in particolare nei momenti più delicati della vita è fondamentale e il Centro di aiuto alla vita credo che sia innanzitutto questo: un luogo che fa sentire le donne accolte». La maggior parte delle donne che si rivolgono al Centro per la vita di Udine sono di origine africana, spiega Raffaella. Tante sono sole e qui non hanno alcuna rete di supporto. Alcune sono state lasciate dal compagno, altre affrontano una gravidanza da ragazze, non sapendo esattamente a cosa andranno incontro o come muoversi tra ospedali e tutto il resto.
«Ma quel che mi sorprende sempre è vedere quanta energia possiedono. Con le loro storie, talvolta molto dure, si potrebbe scrivere un libro, eppure riescono a gestire situazioni anche molto difficili con grandissima forza. È proprio vero – conclude Raffaella – che una mamma per i suoi figli può affrontare tutto!».
Agnese: «Non dimenticherò mai gli sguardi delle mamme che ho incontrato, così innamorate dei loro bambini»
Agnese è approdata al Centro di aiuto alla vita di Udine quasi per caso (o su spinta della provvidenza), ma ne è rimasta “folgorata”. Quello che l’ha più mi sorpresa, inizialmente,

racconta, «è stato il fatto che il Cav non si occupa solo di accudire la vita che arriva, il neonato, ma innanzitutto sta vicino alle mamme, alle famiglie, offrendo loro anche la possibilità di creare una rete. Alle donne straniere viene offerta la possibilità anche di fare un corso di italiano, ad esempio».
Oggi Agnese lavora come educatrice in un doposcuola e studia per diventare manutentore del verde (una passione scoperta proprio durante il volontariato al Cav!), dunque ha meno tempo da poter dedicare al volontariato, ma l’esperienza con il Centro di aiuto alla vita le è rimasta nel cuore: i momenti in cui giocare con i bambini, mettersi in ascolto delle donne o anche il semplice sistemare e dare una mano, le feste per la nascita di un nuovo nato… Ad emozionarla, racconta, sono state soprattutto la gioia e il coraggio delle donne accolte al Cav. «Ho visto la loro determinazione nel portare avanti la gravidanza; donne che magari hanno già altri figli e attraversano non poche difficoltà. Non dimenticherò mai – conclude Agnese –, quegli sguardi innamorati verso il proprio figlio».