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Il campo nomadi di Udine consuma 100 mila litri d’acqua al giorno

Segnalato dal Cafc un consumo d’acqua anomalo. Sopralluogo del sindaco Fontanini

Un consumo “anomalo”, pari a circa 100mila litri di acqua al giorno, da parte del campo nomadi di via Monte Sei Busi a Udine, è stato segnalato dal Cafc, società che gestisce il servizio idrico, all’amministrazione comunale del capoluogo friulano. Lo ha reso noto lo stesso Comune oggi, riferendo che questa mattina il sindaco Pietro Fontanini ha effettuato un sopralluogo sul posto, con un funzionario dell’amministrazione per verificare la situazione. “Il campo nomadi sorge su un territorio di proprietà demaniale – ha affermato il sindaco – ma è il Comune a pagare le utenze per l’acqua. Il Cafc – ha proseguito – ci ha mandato una comunicazione per denunciare un consumo idrico anomalo negli ultimi mesi. Sono bastati pochi minuti per accertare la veridicità della segnalazione: la lancetta del contatore viaggiava a una velocità pazzesca. Abbiamo documentato tutto anche con alcuni video – ha aggiunto – per consentire agli uffici di fare le valutazioni del caso e le proiezioni rispetto ai costi possibili”. Il sindaco ha poi evidenziato che “a regime, il campo nomadi ci costa tra i 24 mila e i 26 mila euro l’anno solo per l’acqua. Con l’impennata degli ultimi due mesi, è ragionevole pensare che i costi possano aumentare ancora, anche alla luce dello stato di degrado degli impianti”. Fontanini ha infine annunciato che intende prendere contatti con il Cafc per trovare una soluzione. “L’Enel, per esempio, ha intestato i contatori alle singole utenze – ha detto – e ogni famiglia si paga la propria bolletta di energia elettrica. Dobbiamo trovare il modo di replicare lo stesso modello con l’acqua. Siamo già alle prese con il caro bollette – ha concluso – dunque è surreale e grottesco spendere cifre folli per un campo nomadi che consuma acqua come fosse una cittadella dello sport con piscine olimpiche”.

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