Con pazienza ha ascoltato e riascoltato il canto – dopo aver registrato l’interpretazione di tre coriste – che fino ad oggi era stato tramandato per decenni solo in via orale. Poi – avvalendosi anche della testimonianza di due donne che rappresentano la memoria storica locale – ha iniziato a trascriverne le note. E domenica 27 aprile a Sant’Andrat del Cormôr – in occasione della ricorrenza annuale di “Sante Sabide” – si è vissuta una giornata carica di emozione e riconoscenza. Il direttore de “La Corâl” – coro femminile intercomunale con coriste di Mortegliano, Talmassons, Castions di Strada, Flumignano e Sant’Andrat –, Renato Pertoldi (presta anche la voce come tenore ed è l’unico componente maschile del gruppo), ha infatti donato alla comunità un quadro con il testo del “Cjant a Sante Sabide” e lo spartito a più voci da lui creato.

«Il canto – illustra – fa riferimento ad un evento drammatico che 80 anni fa scosse l’intero paese. Per la sua trascrizione – aggiunge – sono stato mosso dal desiderio di tramandare a chi verrà dopo di noi il componimento che risulta carico di contenuto religioso, storia vissuta e cultura locale».

Il “Cjant” – che è stato eseguito da “La Corâl” durante la Santa Messa celebrata dal vicario parrocchiale don Ugonna Silas Mbonu, in una gremita chiesa intitolata a Sant’Andrea apostolo – ricorda la grazia ricevuta dalla Madonna il 28 aprile 1945. Allora, 34 persone del paese, unitamente al parroco don Enrico D’Ambrosio – autore del testo del brano – furono messe al muro per mano di un gruppo di cosacchi. Si trattava di una vendetta in seguito ad un agguato da parte di una formazione garibaldina costata la vita a molti militari. In quel giorno era appena stato celebrato un matrimonio e pure lo sposo e i suoi parenti vennero catturati per essere fucilati. Il parroco si offrì di morire al loro posto, ma la sua proposta non venne accettata. E mentre veniva allontanato dal luogo in cui doveva compiersi la strage, una donna del paese accorse gridando che la radio aveva appena trasmesso la notizia della fine della guerra. Per un malinteso le campane di Castions di Strada iniziarono a suonare a festa, facendo desistere i cosacchi dall’intento di vendicare i propri caduti.

Proprio in seguito all’evento don D’Ambrosio scrisse il testo di ringraziamento alla Vergine, chiamata “La Madone di Sante Sabide”. E da allora, ogni anno la comunità si ritrova per pregare e ricordare la grazia ricevuta, riproponendo quell’opera musicata con una melodia popolare che da adesso, grazie al maestro Pertoldi, non sarà più dimenticata. Come il “miracolo” vissuto a Sant’Andrat, ricordato anche quest’anno con la preghiera e una piccola processione al muro della scampata fucilazione dove una targa commemorativa, voluta dai “miracolati”, richiama alla memoria l’evento. «È importante mantenere sempre vive le radici della nostra storia locale», ha ribadito il sindaco di Talmassons, Fabrizio Pitton, mentre con grande emozione da parte dei presenti, Germano Sant, capogruppo della sezione Ana di Sant’Andrat, ha letto i nomi dei 35 destinati alla fucilazione.
Monika Pascolo