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«Anche oggi Gesù continua a portare risurrezione»

«Tante volte ho toccato con mano che Gesù continua anche oggi a portare una reale risurrezione e trasformazione della vita in chi fa di Lui “la Via, la Verità e la Vita”. Auguro a me e a tutti voi di fare l’esperienza di esser purificati dal lievito vecchio che ci intossica e di ricevere dallo Spirito Santo di Gesù l’unico lievito buon, quello del suo amore». Con queste parole e questo speciale augurio, mons. Andrea Bruno Mazzocato ha concluso oggi l’0melia della solenne celebrazione di Pasqua in Cattedrale a Udine, l’ultima che l’Arcivescovo celebrerà nella nostra diocesi, prima del passaggio di testimone con il nuovo arcivescovo, mons. Riccardo Lamba.

«Gesù è venuto a salvarci»

«Gesù è venuto a salvarci», ha proseguito mons. Mazzocato. E a proposito di rinascita, ha citato due esempi di persone incontrate «in questi giorni», «che hanno vissuto, dopo aver conosciuto Gesù una vera risurrezione ad una vita nuova». «Domani sarò a celebrare la Pasqua con i detenuti del carcere di Tolmezzo – ha proseguito l’Arcivescovo – e avrò la gioia di dare il battesimo, la cresima e la prima comunione ad un detenuto che ha scoperto la fede nel Signore Gesù e si è convertito. Sono stato molto colpito dalla lettera che mi ha scritto per chiedere il battesimo dove mi racconta brevemente la sua vicenda. Chiuso in carcere di massima sicurezza con a casa un figlioletto che lo implorava di tornare a casa, aveva perso ogni speranza e senso per la propria vita. Era avvolto da una tenebra così profonda da pensare solo al suicidio e averlo tentato». Ma poi ecco la luce: «L’incontro con il cappellano del carcere lo ha portato a ritrovare la fede e la forza della speranza affidandosi a Gesù che aveva riscoperto. È cominciata per lui una vera e concreto risurrezione dalla morte e ad vita nuova illuminata dalla speranza e dall’amore».

Il secondo esempio citato da mons. Mazzocato è quello di un sacerdote dell’India, che gli ha inviato un filmato della processione del venerdì santo nella sua parrocchia. «Lui era in testa portando sulle spalle una croce  – racconta l’Arcivescovo – e dietro a lui e alla croce di Gesù una folla di fedeli che è sfilata per quattro ore. Questa gente, oltre che nella miseria, vive in clima di reale persecuzione per cui rischia fisicamente manifestando così pubblicamente la fede. Ma mi scriveva il sacerdote che la loro fede e la loro speranza in Gesù è più forte della paura. Sono veramente dei cristiani che sono risorti come è accaduto per tutti i martiri della Chiesa. Affrontano anche la paura della persecuzione come fece Gesù con la speranza sicura che, se sono fedeli a lui, risorgeranno con lui. Potrei continuare a lungo con altri esempi…», ha continuato mons. Mazzocato, ricordando che Gesù non ha tenuto solo dentro di sé il lievito dell’amore di Dio, «più forte del male e della morte». «Lo ha condiviso con tutti coloro che credono in lui e desiderano vivere come lui. Ha donato loro il suo Spirito Santo che ha la potenza di portare nel cuore di un uomo peccatore l’amore divino di Gesù purificando i suoi sensi, desideri, comportamenti dal lievito tossico del peccato e rendendolo un uomo nuovo capace di vivere del suo amore».

È la speranza, che vince. «A chi crede in lui, Gesù dona di rivivere realmente la sua morte e risurrezione – ha detto ancora mons. Mazzocato –; di passare da una vita vecchia e intossicata dal male ad una vita nuova ed eterna nel suo amore. Questa è la Pasqua di Gesù che continua in coloro che credono in lui e ricevono il battesimo».

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