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Economia

Confidi Friuli nell’albo degli intermediari finanziari vigilati da Banca d’Italia

Vida (foto): «Centrato l’obiettivo della fusione Udine-Pordenone»

Al momento della fusione tra Confidi Friuli e Confidi Pordenone, era il 7 febbraio 2019, fu subito un punto chiave nell’agenda: l’ingresso nel ristretto gruppo dei vigilati da Banca d’Italia: sono 35 complessivamente. Con decorrenza dal 22 ottobre, il risultato è stato centrato. «La comunicazione che ci è arrivata dalla massima istituzione di vigilanza nazionale ufficializza l’ingresso tra i Confidi cosiddetti maggiori – commenta il presidente di Confidi Friuli, Cristian Vida –, un obiettivo conseguente alla costituzione di un soggetto con attività finanziaria per circa 170 milioni e oltre 7mila soci, a coprire le province di Udine e Pordenone». Un percorso lungo quasi due anni, «per il cui completamento ringrazio una struttura sempre all’altezza, guidata prima da Paolo Zuppicchini e ora da Remigio Venier, direttori che ringrazio per l’efficienza e la professionalità dimostrata in una procedura non semplice».

Concretamente, l’iscrizione nell’albo dei vigilati ha valore ai fini del riconoscimento delle garanzie nell’ambito delle disposizioni di vigilanza prudenziale. Di fatto, Confidi Friuli diventa un vero e proprio intermediario finanziario. «Un passaggio che servirà anche a rafforzare le iniziative della Regione – aggiunge il presidente Vida –: saremo infatti in grado di avere un rapporto ancora più sinergico con l’amministrazione, tanto più in questa fase di grande difficoltà per le Pmi».

A salutare con soddisfazione la promozione tra i Confidi maggiori, anche le tre associazioni di categoria di riferimento. «È un passaggio determinante nell’operatività della società – sottolinea il presidente di Confcommercio Udine Giovanni Da Pozzo – e che conferma la lungimiranza delle operazioni di fusione avviate oltre dieci anni con l’intesa tra i Confidi del commercio e dell’industria, nell’ottica della crescita dimensionale e di un servizio più efficace a vantaggio degli associati». «L’unione fa la forza, sempre. Quando si avvia un processo di concentrazione – dichiara la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli –, occorre ricercare la migliore combinazione tra i vantaggi della piccola dimensione, che permette la vicinanza con il tessuto produttivo locale e aiuta i Confidi nell’attività di valutazione e controllo dei rischi, e i vantaggi della grande dimensione, che consente di sfruttare economie di scala, ottenere migliori condizioni dalle banche, adottare sistemi standardizzati di selezione. Con questa operazione Banca d’Italia ha sancito che il vantaggio resta su entrambi i profili».

Da parte del presidente di Confapi Fvg, Massimo Paniccia, la considerazione che la vigilanza «ha una valenza formale, perché il consorzio si è sempre regolato sotto tutti i punti di vista come se lo fosse, ma costituisce anche un chiaro presupposto per il potenziamento della funzione di garanzia a favore delle Pmi e di rafforzamento della competitività in questa fase critica per l’economia».

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