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Cultura

Cristianesimo e islam: «Se c’è un tempo per il dialogo, il momento è questo»

«Costruire modelli di convivenza in un tempo di polarizzazione: questo oggi è prezioso, pertanto ringrazio gli autori per l’occasione che stasera ci offrono». Sono le parole con cui l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, ha aperto l’incontro «Cristianesimo e islam. Prove di dialogo per una reciproca comprensione», martedì pomeriggio a Udine. L’occasione è stata la presentazione dell’omonimo libro scritto a quattro mani dal sacerdote isontino don Santi Grasso e l’imam della moschea di Roma Nader Akkad, entrambi presenti all’incontro.

Nonostante l’umida serata udinese, un folto pubblico ha affollato la sala “Paolino d’Aquileia” del capoluogo friulano per accogliere gli autori e per cogliere dalle loro parole gli spunti per un dialogo reale, che parta dalle comuni radici abramitiche per giungere fino ai nostri giorni. «Giorni movimentati» ha ricordato mons. Lamba, «in cui occasioni come questa sono preziose». L’incontro è stato orchestrato congiuntamente dall’Arcidiocesi udinese – in particolare il Servizio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, coordinato dal diacono Marco Soranzo – e il Centro Balducci di Zugliano.

Da sinistra: Soranzo, Lamba, Grasso, Akkad, Savina

«È bello essere un “braccetto” per portare un contributo al dialogo tra cristianesimo e islam» ha affermato il vicepresidente del Centro “Balducci”, portando i saluti del presidente don Iannacone. «Non è utile a nessuno un atteggiamento di superiorità, serve sentirsi sullo stesso piano per camminare insieme».

Oltre agli autori, in sala spiccava la presenza di don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana. «È commovente – ha esordito – vedere iniziative di questo tipo, in cui cristiani e islamici si confrontano assieme su alcuni elementi comuni. Nelle situazioni geopolitiche a nervi scoperti, che stiamo vivendo in questi anni, serate come queste dicono che ci sono relazioni sane nei nostri territori. Se c’è un tempo del dialogo, è questo.»

Giovanni Lesa

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