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Ermes Ronchi: «L’Assunta? Ricorda che anche il corpo è santo»

L’Assunta ci ricorda che «il nostro corpo è santo» poiché «è il luogo in cui la divinità incontra l’umanità». Usa queste parole, padre Ermes Ronchi, per definire l’importanza della festa che si celebra giovedì 15 agosto, la solennità mariana per eccellenza dell’anno liturgico.

Sacerdote e teologo dell’ordine dei Servi di Maria, padre Ronchi è friulano, originario di Racchiuso di Attimis. Attualmente risiede nel Convento di Santa Maria del Cengio, ad Isola Vicentina, ma ha salde radici in Friuli, essendo tra l’altro presidente del Centro studi Turoldo, di Coderno di Sedegliano.

Padre Ermes, il dogma dell’Assunta è l’ultimo ad essere stato proclamato dalla Chiesa, con Pio XII nel 1950. Ma qual è l’origine di questo culto?

«L’origine è antichissima e risale già al IV-V secolo. È la festa della “dormizione” di Maria, cioè dell’addormentamento nel Signore di Maria. I dogmi sono la grammatica per capire la nostra umanità. Quindi ciò che è detto di Maria sarà detto per ciascuno di noi: tutti un giorno saremo assunti in cielo, anima e corpo».

Quale messaggio ci trasmette la festa dell’Assunta, questa “Pasqua d’estate”, com’è stata anche definita dai teologi medievali?

«Il primo è che l’Assunta è la festa del corpo. Una poetessa, Elena Bono, ha scritto: “Poiché il tuo corpo è fra le stelle, spera, o Maria, la nostra carne oscura”. Il fatto che Maria sia stata assunta in cielo in anima e corpo significa che non solo la nostra anima, ma anche il nostro corpo è degno di Dio, mostra che il corpo è santo e che quando sarà trasfigurato avrà lo stesso destino dell’anima, perché l’uomo è uno, è unità. Di conseguenza andare da Maria è andare a scuola di cristianesimo, a scuola di umanità».

L’intervista completa, a cura di Stefano Damiani, è disponibile sul numero de La Vita Cattolica del 14 agosto 2024.

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