L’attenzione ai sacerdoti anziani e fragili, così come quella ai confratelli di più recente ordinazione. Ma anche l’efficacia dei cammini di Iniziazione cristiana, la missione sinergica tra preti e laici, lo sviluppo delle Collaborazioni pastorali. Sono soltanto alcuni dei temi nella – già ricchissima – agenda del nuovo Consiglio presbiterale diocesano, che lo scorso 9 gennaio si è riunito per la sua prima seduta dopo la sua nomina da parte dell’Arcivescovo. Riuniti in seminario a Castellerio sotto la presidenza di mons. Riccardo Lamba, i trenta componenti del Consiglio presbiterale hanno innanzitutto eletto i componenti della giunta e il moderatore. Assieme all’Arcivescovo, fanno parte della giunta il vicario generale mons. Guido Genero, mons. Sergio De Cecco, mons. Loris Della Pietra, don Francesco Ferigutti e don Michele Frappa. E, ovviamente, il neo-eletto moderatore, don Davide Gani. «Il primo scopo del Consiglio presbiterale è rappresentare tutto il presbiterio», ha ricordato. «Nello specifico, il Consiglio ha il compito di raccogliere i problemi e le esigenze dei presbiteri, per poi, su indicazione dell’Arcivescovo, studiarne le possibili soluzioni». Ma non c’è soltanto un compito di rappresentanza: «In secondo luogo, infatti, il Consiglio coadiuva l’Arcivescovo, che può chiedere ai consiglieri di esprimere valutazioni e pareri rispetto agli orientamenti pastorali e su scelte concrete dell’Arcidiocesi».

Tanti sacerdoti giovani
Il Consiglio presbiterale, in carica nel quadriennio 2025-2028, è composto da quattro gruppi distinti di sacerdoti: nove eletti dalle diverse Foranie (uno per Forania, due per il Vicariato urbano), otto eletti dai preti in base a quattro fasce di anzianità di ordinazione, sette membri di diritto in virtù del loro ufficio, cinque di diretta nomina arcivescovile. Scorrendo l’elenco dei componenti, salta all’occhio una caratteristica: moltissimi sono giovani. Ben sette, infatti, sono preti da meno di dieci anni. «La loro presenza – prosegue don Gani, giovane a sua volta non avendo ancora quarant’anni – porta uno sguardo contemporaneo. Non che non ci fosse stato in precedenza, anzi, i sacerdoti che hanno tanti anni di ordinazione hanno uno sguardo ancora più concreto sulla realtà. Certamente i preti più giovani portano una formazione fresca e anche un certo entusiasmo. Tra l’altro – continua ancora don Gani – quasi tutti questi preti giovani sono già parroci, mentre in passato c’era un lunghissimo tirocinio per diventare parroco. La loro presenza è, quindi, ancor più importante perché possono portare il loro sguardo di concretezza, peraltro su realtà comunque diversificate e provenienti da tutto il territorio diocesano».
I temi sul tavolo
Fin dal primo incontro sono numerosi i temi emersi, tutti di grande attualità. Vi è il supporto ai sacerdoti anziani, il tema – strettamente pastorale – dell’iniziazione cristiana, il ruolo dei presbiteri studenti o stranieri che si fermano nella nostra Diocesi solo per pochi anni, l’accompagnamento dei preti più giovani nei primi anni del loro ministero. «Il vescovo, poi, ha scelto alcuni sacerdoti che sono inseriti in realtà molto delicate», ricorda don Gani. Di che realtà si tratta? «il carcere, l’ospedale, le scuole come il Bearzi. Quindi – ha proseguito – è importante il consiglio presbiterale abbia occhi su tutta la realtà del presbiterio, sempre comunque in collaborazione profonda con il laicato». A proposito di laici, il Consiglio presbiterale ha certamente al centro le istanze più prettamente legate ai sacerdoti, ma queste sono di per sé inscindibili dalle istanze del laicato. «Volutamente la nostra prossima riunione sarà prossima al Consiglio pastorale diocesano, composto per lo più da laici. Dove ci sono temi che toccano sia i preti che i laici sarà necessario lavorare insieme. Penso all’Iniziazione cristiana o allo sviluppo delle Collaborazioni pastorali», conclude don Gani. Idee chiare, insomma, entusiasmo alto ed energia spirituale. Tre elementi che, mescolati insieme, lasciano intravedere un quadriennio di gran lavoro, ma anche di grande speranza.
Giovanni Lesa