Chissà se qualcuno ha mai tenuto il conto di quante vite sono rinate, ripartite o rifiorite al Centro di accoglienza Ernesto Balducci, a Zugliano. A dirla tutta poco importa. Quel che conta è che, all’ipotetico conto, di recente se ne è aggiunta una, quella di Nicolò Lira. Quarantaduenne cileno, Lira – insieme alla moglie e ai due figli piccoli – ha lasciato il suo Paese anni fa. Il clima di violenza e instabilità si era fatto pesantissimo, gli scontri fra polizia e cittadini – esasperati dalla crisi – stava sfociando in vera e propria guerriglia urbana. Approda in Friuli, con la prospettiva di un posto di lavoro che lo attende, ma la sua fiducia è mal riposta. Sul suo cammino però incrocia il Centro Balducci, dopo un periodo durissimo i bambini e le bambine che come lui vivono a Zugliano gli strappano un primo sorriso, ricomincia a dipingere e piano piano risale la china. Tanto che mercoledì 20 novembre, alle 18 – nel giorno del compleanno di don Pierluigi Di Piazza, fondatore del Balducci –, sarà inaugurata la mostra, dal titolo “Piccoli segni”, con la serie di quadri che ritraggono proprio quegli stessi bambini e bambine.
«Nicolò è arrivato da noi dopo un’esperienza difficile, sofferta – racconta il presidente del Centro, don Paolo Innaccone –. Tra le tante persone che ospitiamo c’è anche una quindicina di bambini accompagnati dai genitori. Proprio nei loro giochi Nicolò ha scoperto ciò che gli serviva per ritrovare la luce e la speranza. Segni di semplicità e di fragilità, che sono proprio il tema del 32° convegno annuale del centro Balducci che si chiuderà sabato 30 novembre con la presenza, tra gli altri, di don Luigi Ciotti. Nicolò si è dunque messo a dipingere riscoprendo una passione che nutriva da sempre». Dopo il centro Balducci i quadri, una ventina, saranno esposti, dal 2 al 20 dicembre al Caffè San Marco a Trieste.
«Ero un mastro birraio e la mia attività procedeva bene in Cile – racconta Lira emozionandosi ripercorrendo la propria storia –. Poi si è instaurato un clima di paura, bruciavano i negozi, con la pandemia e l’inflazione mi ritrovai a perdere la mia piccola azienda e dunque ogni fonte di reddito. Non vedevo altra possibilità per me e per la mia famiglia che emigrare. Sono quindi arrivato in Friuli per fare il custode, ma mi sono trovato senza un contratto di lavoro e una residenza. I miei figli, per i quali avevo sognato un futuro migliore, non potevano andare a scuola e non avevano nemmeno la copertura sanitaria. Ero disperato e ho cercato aiuto».
Il vernissage della mostra è dunque fissato per mercoledì 20 novembre, alle 18, quando l’artista interverrà a colloquio con don Paolo Iannaccone, presidente del Centro Balducci. La mostra si potrà visitare fino a sabato 30 novembre 2024, dalle 17 alle 20 nei giorni feriali e dalle 10.30 alle 12.30 in quelli festivi. A parlare della storia di Nicolò Lira è stato anche il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, chein un post su Facebook nel condividerla ha scritto: «Un’emozione che tocca il cuore!».
Anna Piuzzi